Instagram

Instagram

giovedì 2 luglio 2015

LA GUERRA CIVILE IN SPAGNA RACCONTATA DA ARTIERI Il 17 luglio 1936 partì la sollevazione militare contro la repubblica


  LA GUERRA CIVILE IN SPAGNA RACCONTATA DA ARTIERI  

Il 17 luglio  1936 partì la sollevazione militare  contro la repubblica


 





































La guerra civile in Spagna non l’ho studiata a scuola ma l’ho imparata dal mio maestro Giovanni Artieri testimone diretto di quegli eventi. Artieri inviato di guerra  collaborò con Angiolillo alla fondazione del quotidiano IL TEMPO, e nei lunghi pomeriggi in cui mi invitava nella sua villa, durante le pause di lavoro mi mostrava foto, articoli e documenti eccezionali. Ho scritto un libro su Artieri e gli ho fatto intitolare una via. Artieri si trovava in Spagna come inviato de LA STAMPA – su indicazione del ministro degli Esteri Ciano, quel 17 luglio 1936 quando il “generalissimo” Francisco Franco giunto segretamente dal Marocco sferrò il cosiddetto “levantamiento”,  contro le milizie repubblicane.  La spediziona franchista godeva non solo dell’appoggio interno dei generali nazionalisti (Goded, Mola, SanJurjo) e dei falangisti, ma anche dell’appoggio esterno delle dittature nazifasciste di Portogallo, Italia e Germania: fu un vero e proprio banco di prova dell’Asse Roma-Berlino (1936). Artieri sbarcato a Cadice si trasferì a Salamanca ed assiste a quel sanguinoso conflitto che provocò migliaia e migliaia di vittime soprattutto tra la popolazione civile. Ecco  (Foto 1)  - colto dall’obiettivo di Artieri – un militare che si rifocilla in una pausa dei combattimenti. Nella (Foto 2) una chiesa bombardata e distrutta dagli aerei repubblicani; cadaveri nei campi durante l’offensiva di Guadalajara (Foto 3). L’assedio di Madrid da parte delle truppe di Franco dura ventotto mesi e accredita nel mondo il motto “No passaran”.
Giovanni Artieri deve seguire la guerra in Spagna non solo con l’inseparabile macchina fotografica  per conto del suo giornale, ma deve montare anche numerose riprese cinematografiche per conto dell’Istituto Luce (Foto 4). E’ un lavoratore di prima linea, sovente pericolosissimo, che contribuisce a far crescere la sua fama di grande inviato speciale. Ecco (Foto 5) un gruppo di miliziani durante l’avanzata verso Madrid del 1937. Artieri trascorre numerosi giorni nella Città universitaria dove i franchisti e repubblicani si contendono con le armi ogni metro quadrato. Viene coinvolto negli scontri e scampa miracolosamente alla morte. Il fronte repubblicano godette dell’appoggio dell’Unione sovietica e delle Brigate internazionali (un corpo di volontari democratici e social-comunisti di varie nazioni). Altre potenze come la Francia e la Gran Bretagna preferirono mantenere la politica del non intervento che si tradusse in un vero fallimento dati gli ingenti aiuti che Franco riceveva dall’Italia e soprattutto dalla Germania. L’offensiva nazionalista ebbe infine la meglio quando Franco e i falangisti entrarono a Madrid alla fine di marzo nel 1939. Il nuovo governo del caudillo venne riconosciuto da diverse potenze tra le quali Francia, Inghilterra e Stati Uniti. Il 1° aprile Franco proclamò la fine delle operazioni belliche e instaurò un regime di stampo fascista, autoritario e militare.
A proposito invece di quanto fu scritto che la Luftwaffe  provò la potenza dei suoi cacciabombardieri contro la popolazione civile, radendo al suolo la cittadina basca di Guernica controlla dai repubblicani (aprile 1937), pare che le cose andarono diversamente sia per il numero di vittime che non furono migliaia ma dell’ordine di una decina, sia per il quadro Guernica di Picasso, che come ormai è ben risaputo si trattava di un’opera dedicata dal Pittore a un suo amico torero morto durante una corrida e poi riciclato con titolo di Guernica a Parigi in occasione di una mostra patrocinata dallo stesso Stalin.
   
foto allegate
1) Militare che si rifocilla
2) Chiesa bombardata
3) Cadaveri nei campi
4) Montaggio video in Spagna per l’Istituto Luce
5) Miliziani durante l’avanzata verso Madrid



 





Nessun commento:

Posta un commento