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giovedì 16 gennaio 2014

ROMA RICORDA Giuseppe GARIBALDI lunedì 10 febbraio 2014 al GIANICOLO - nel 165° Anniversario della Repubblica Romana




165° ANNIVERSARIO DELLA REPUBBLICA ROMANA
ROMA, RICORDA GARIBALDI  e i CADUTI PER LA LIBERTA’
 Roma Gianicolo 
la Presidente della Fondazione Garibaldi sotto il Monumento ad 
Anita Garibaldi.

Grande Cerimonia al Gianicolo

Lunedì 10 febbraio - ore 9.45

L’Associazione Nazionale G.Garibaldi, le MILLE DONNE PER L’ITALIA e la Fondazione GARIBALDI, con la partecipazione della Presidente Anita Garibaldi,  hanno organizzato le solenni celebrazioni del 165° anniversario della Repubblica Romana, e di tutti coloro che combatterono e caddero eroicamente per affermare i nobili principi di libertà e di democrazia, nel desiderio di vedere Roma capitale della Italia unita.  La cerimonia inizierà con un raduno alle ore 9.45 del 10 Febbraio sul Gianicolo in Via Garibaldi davanti al Mausoleo Ossario Garibaldino, dove sarà deposta una corona d’alloro al monumento ai Caduti e saranno rievocati gli eventi storici più significativi che contrassegnarono la vita della Repubblica Romana e le tappe fondamentali del Risorgimento, che sono alla base delle nostre radici storiche e hanno ispirato quei principi fondamentali di democrazia, libertà e uguaglianza, ripresi nella attuale Costituzione italiana. Subito dopo  ci si trasferirà a piedi sul piazzale del Gianicolo dove saranno deposte altre due corone d’alloro: una ai piedi della grande statua di Giuseppe Garibaldi, l’altra al Monumento dove riposano i resti di Anita Garibaldi. Alla cerimonia parteciperanno Autorità civili e militari, delegazioni diplomatiche, soldati in uniformi storiche del 1849 e di epoche successive, numerose Associazioni. Anche quest’anno si prevede una grande partecipazione di cittadini, studenti e insegnanti, dato l’ampio numero di adesioni delle scuole di Roma e Provincia. Trattandosi della rievocazione di fatti risorgimentali che sono a fondamento dell’Italia moderna, tutti sono invitati a intervenire puntuali e numerosi,  per condividere questa giornata di rispettoso ricordo dei nostri Eroici Antenati.
La cerimonia terminerà alle ore 12.30. Ulteriori informazioni possono richiedersi al numero 338-4357244.

mercoledì 8 gennaio 2014

Novità su PAPA PIO XII e l'Olocausto - i Libri del Borghese - LIBERO 8 genn. 2014 --- IL SIONISMO IN ITALIA E NELLA POLITICA ESTERA FASCISTA

NOVITA’ SU PIO XII e L’OLOCAUSTO
IL SIONISMO IN ITALIA E NELLA POLITICA ESTERA FASCISTA
Mussolini “Io sono Sionista, Io”


 Il professor Livio Spinelli attraverso vicende personali e familiari e della sua città ci introduce in uno dei temi più delicati e poco approfonditi della politica interna ed estera fascista: IL SIONISMO. Con documenti inediti, ricerche durate il corso di una vita e numerose testimonianze l’Autore ci offre una immagine di Mussolini totalmente nuova e,  soprattutto, vicino alla causa ebraica, tanto che il Duce nel corso di un colloquio con Nahoum Goldman si espresse in questi termini: “Voi dovete creare uno Stato Ebraico. IO SONO SIONISTA IO. L’ho già detto al dottor Weizmann. Voi dovete avere un vero Stato ‘un véritable État’ e non il ridicolo Focolare Nazionale che vi hanno offerto gli inglesi. Io vi aiuterò a creare uno Stato Ebraico”. Emergono sia i buoni rapporti tra Mussolini, la massoneria e gli ebrei italiani, che assicurarono il proprio sostegno al Duce fin dalla prima ora, quando Cesare Goldman – finanziere ed uomo politico ebreo, Maestro Venerabile della Loggia torinese Pietro Micca -  il 23 marzo 1919 mise a disposizione la sala del CIRCOLO DEGLI INTERESSI INDUSTRIALI di piazza S.Sepolcro per la fondazione dei “Fasci di Combattimento”, ma anche col  movimento sionista mondiale del Bétar di Vladimir Ze’ev Jabotinsky: “IL MAZZINI DELLO STATO DI ISRAELE”.  Dal 1934 al 1938 Mussolini consentì inoltre l’istituzione di una sezione ebraica alla Scuola Marittima di Civitavecchia, dove si formarono i primi 300 cadetti ebrei – provenienti da tutt’Europa – che divennero il nerbo della Marina Militare dello Stato d’Israele. Dal lavoro di “scavo” del professor Spinelli negli archivi tedeschi e britannici,  emerge che i sionisti subito dopo l’ascesa al potere di Hitler firmarono un vero e proprio accordo economico - HA’VARAH - patrocinato da Ben Gurion e Golda Meir, rimasto in vigore fino al 1944: promulgato con Decreto n.54/33 del 10 agosto 1933, dal Ministero dell’Economia tedesca, che consentiva agli ebrei tedeschi di espatriare dalla Germania convertendo i  propri beni posseduti e ottenendone il controvalore, una volta giunti in Palestina. Questo patto tra sionisti e nazisti era fermamente osteggiato dall’Inghilterra, “il Gran Serpente d’acqua che univa alla lupesca cupidigia di Roma l’astuzia serpentina di Cartagine”, tanto che gli inglesi contingentarono, fino a bloccare poi del tutto, l’immigrazione degli ebrei tedeschi in Palestina, di cui erano mandatari per conto dell’ONU. La Gran Bretagna non può dirsi estranea all’Olocausto, dove in questa “partita mondiale” gli attori principali furono i sionisti, i nazisti e gli inglesi  mentre la figura di Mussolini appare secondaria e la figura di Pio XII marginale, ma ciò non impedì a Papa Pacelli di salvare migliaia di ebrei, primo fra tutti il suo ex compagno di classe e grande amico ebreo Guido Aronne Mendes, col quale Pacelli da giovane aveva condiviso lo Shabbat. Si pensi agli articoli elogiativi pubblicati nell’ottobre del 1933 sul giornale delle SS “DER ANGRIFF” dell’accordo tra nazisti e sionisti: lo stesso Gobbels fece coniare una medaglia d’argento con la SVASTICA su una faccia e sull’altra la STELLA DI DAVIDE. Livio Spinelli ricostruisce il famoso pranzo del 1938 al Castello di Santa Marinella al quale parteciparono il Re d’Italia, Mussolini, Hitler, prima prova di quel patto sciagurato del 1939; il ritrovamento sui Monti della Tolfa dei discendenti dell’Imperatore Barbarossa e le superarmi: il raggio della morte di Guglielmo Marconi, la  fuga negli Stati Uniti di Enrico Fermi coi segreti della fissione nucleare. L’Epilogo  riporta un articolo datato PARIGI 1842 dell’intellettuale ebreo tedesco Heinrich Heine, al quale suo Zio Salomon, noto banchiere di Amburgo, secondo un perfetto quadro economico illustrò l’ineluttabilità di una prima e seconda guerra mondiale, seguite da ulteriori sconvolgimenti economici, al termine dei quali in Europa ci sarebbe stato un solo un solo pastore con una mazza di ferro e un gregge di uomini dall’egual tosatura e dall’eguale belato e dove “il gran serpente” avrebbe schiacciata la testa e “l’orso del nord” (la Russia) si troverebbe senza pelle.