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martedì 20 marzo 2018

Santa Marinella - (ROMA) DA VIA RASELLA a VIA MICHELE DI VEROLI e VIA SALVO D'ACQUISTO: ITINERARIO DELLA MEMORIA


S.MARINELLA, S.SEVERA e CIVITAVECCHIA:
ITINERARIO DELLA MEMORIA

da via Rasella a via Michele Di Veroli

di Livio Spinelli
 
 
Da una ricerca nell’Archivio Storico del Senato - racconta il prof. Livio Spinelli - risulta che Rosario Bentivegna frequentava fin da piccolo Santa Marinella e Santa Severa. Santa Marinella era anche il luogo di vacanze prediletto da Michele di Veroli in anni spensierati, ignaro del suo tragico futuro, come si legge in un libro di Silvio Caratelli. Ricordo quando a S.Marinella venne una troupe della TV tedesca a intervistare Silvio, che conosceva Michele e suo padre, tanto che da Sindaco il primo atto che fece fu quello di intitolare una Via al povero Michele. Silvio era stato uno di coloro che individuarono la grotta fatta saltare dai nazisti per nascondere i corpi dei caduti alle ardeatine.  Si è da poco celebrata la Giornata della Memoria, e siamo già al 23 marzo, a 74 anni dal tragico attentato dei Gap a via Rasella. Fu il più sanguinoso e clamoroso attentato urbano antitedesco in tutta l'Europa occidentale. L'azione compiuta da una dozzina di gappisti, tra cui Rosario Bentivegna, consistette nella detonazione di un ordigno esplosivo al passaggio di un reparto delle forze d'occupazione tedesche, composto da reclute altoatesine, e il lancio di quattro bombe a mano sui superstiti, che causò la morte di trentatré soldati altoatesini tedeschi due civili italiani, mentre altre quattro persone caddero sotto il fuoco di reazione tedesco. Il 24 marzo, senza nessun preavviso, seguì la rappresaglia tedesca con l'eccidio delle Fosse Ardeatine, in cui furono uccisi 335 prigionieri completamente estranei all'azione gappista. Rosario Bentivegna - come scrive Michela Ponzani - nel 1937, durante le vacanze a Santa Severa, se ne stava spesso a “chiacchierare di massimi sistemi” col suo amico Luciano Vella, divenuto anni più tardi uno dei massimi dirigenti del Partito comunista italiano e combattente dei Gap centrali.  E’ in quell’estate a Santa Severa che la fiducia di Rosario nel fascismo comincia a incrinarsi, tanto da finire qualche anno dopo a ritrovarsi nelle file dei Gap.
Questo itinerario della memoria prosegue con un poemetto di Egidio Cristini, “il poeta muratore”, tolfetano ma da sempre residente a S.Marinella, intitolato “Il massacro dei 320” in ricordo dei suoi amici caduti alle fosse ardeatine: Antonio Margioni e Alfredo Chiricozzi di Civitavecchia. Egidio recitò questo pometto in TV durante una trasmissione della RAI e Papa Pio XII lo invitò a Castel Gandolfo in udienza privata per ascoltarlo. A questo itinerario si aggiunge anche il Santamarinellese Guirillo Camboni, classe 1927, in ricordo del suo coetaneo e amico di infanzia A.Calò (soprannominato Lupetto), uno dei pochi a far ritorno a Roma dai campi di sterminio nazisti, con la sua poesia: “In memoria degli amici perduti e a tutti quelli che abbiamo amati e non sono tornati”.

A Santa Marinella c’è anche un’altra strada di questo lungo itinerario: Via Salvo D’Acquisto
 

Il Carabiniere Medaglia d’oro che salvò due cittadini di Santa Marinella  col sacrificio della propria vita,  arrestati a Torrimpietra per essere passati alle armi come rappresaglia ad un “attentato”, in cui morì un soldato tedesco. In quella terribile giornata, caso volle che a Torrimpietra un venditore e un commerciante di Santa Marinella: Oreste Mannocci e Sergio Manzoni, diretti a Roma, incapparono nel rastrellamento di civili e vennero condotti insieme agli altri nel luogo dell’esecuzione dove iniziarono a scavare la possa prima di essere passati per le armi. I due nomi infatti spiccano nell’elenco di quei 22 stilato dal Comitato Salvo d’Acquisto.

Bibliografia
M.Ponzani Introduzione ai fondi Bentivegna e Capponi Archivio del Senato
S.Caratelli Il Gioco dell’Oca
L.Di Giovanni Salvo D’Acquisto in  Storia irriverente di eroi, santi e tiranni
L.Spinelli Il nostro concittadino Eugenio Pacelli
Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Eccidio_delle_Fosse_Ardeatine





Mausoleo delle Fosse Ardeatine

MICHELE DI VEROLI di 15 anni
Sacello n.231
Religione EBRAICA
Professione VENDITORE AMBULANTE
Arrestato e ucciso insieme al padre Attilio










S.Marinella estate 1928, Rosario Bentivegna con la Mamma Valentina De Somma e la sorella Graziella.

 
 

Egidio Cristini - IL MASSACRO DEI 320

 
Padre celeste di bontà d'amore,
dona forza a mia musa, gran sovrano;
d'un fatto sento lacerarmi il core,
e mentre scrivo mi trema la mano,
Roma giardino di rose e di fiore,
comandata da un popolo estrano;
per dominar la nostra capitale,
non spera bene chi reca male.

Via Romagna, Tasso, principale
il ventitrè marzo fu la ricorrenza.
Di tempi molto critici, o normale,
li tedeschi là presero avvertenza;
misero le pattuglie, ogni viale,
chi sia da vendicar non ha pazienza;
chi bomba a mano chi con rivoltella,
tedeschi morti per la via Rasella.

La notizia per Roma non fu bella.
Il Comando tedesco fa li piani,
ogni vittima nostra non cancella,
vale col prezzo di dieci romani.
Presero già chi stava nella cella,
sell'avventorno peggio de li cani;
il carro novantanove s'incammina,
chi è condannato per la ghigliottina.

Il ventiquattro marzo alla mattina,
A Regina Celi presso le porte,
presero questa gente poverina,
innocenti li portano alla morte.
Neanche si fosse carne selvaggina.
Vero Dio potente, in te son forte.
Parte l'autocolonna, si distese,
giunse all'imbocco delle sette chiese.

Alle ore diciassette sono scese
le esse esse, fecero il confino.
Presso le grotte a squadre sono presi:
fate il rifugio? A quelli di Cassíno!
Qui fu la falsità, vi fo palese;
gia stava pronto quel boia assassino.
Certo chi ne fu il mastro giustiziere
finché ci ha vita non potrà godere.

La gente in vista, dovete sapere,
raffiche di mitraglia udire sente.
Dio dall'alto dei cieli sta a vedere,
abbi pietà d'una misera gente!
trecentoventi restano a giacere,
la turtura fu data, so innocente.
Poi mine nelle grotte fé saltare,
per poter li morti sotterrare.

Gran fumo nero si vide scappare;
fu visto dai fratelli Saltarelli,
pensorno il padre li doveva stare,
fra le vittime, dentro oscuri avellí.
I tedeschi via videro andare.
Alle grotte ne vanno poverelli;
era la notte, il luogo silenzioso,
videro il fatto, osceno, sanguinoso.

L'un con l'altro ne parte pauroso,
vanno alla chiesa de le Salesiani;
raccontano la strage doloroso,
Don Ferdinando li piegò li mani,
le benedisse, l'eterno riposo,
piangendo, tedeschi fa villani.
La brutta sorte quando Roma intese,
di gran pianto profondo il lutto prese.

Città del mondo, qualunque paese,
prendete esempio di tale sciagura.
Angelo Joppi che innocente prese
ebbi giorni novanta di turtura;
trenta giorni legato a braccia tese,
fregiato in faccia d'orrenda figura;
il sangue dalle ferite che buttava
col da mangiare suo si mescolava.

Interrogato Joppi non parlava,
un occhio li cavorno, poco vede,
e l'unghia dalle piedi li tirava,
ma sempre al buon Gesù teneva fede;
un martello pesante si pigliava,
l'infransero i ginocchi, delle piede;
quasi alla morte ne siamo vicini,
fatta fu nelle fosse Ardeatini.

Genserico Fontana, cittadini,
era tenente di carabiniere,
ventitrè anni di bellezza fini
da patriota faceva il dovere,
quattro con lui, nella cella vicini;
cella trecentottanta fo sapere.
Li fu l'agonia, poi fu la morte;
non so se salva restò la consorte.

O grande patriarca, apri le porte,
donali il Paradiso, son tue figlie
per amore di patria sono morte,
infonde gran coraggio alle famiglie.                                  
Alle rime mie non faccio torte,
se ho sbagliato com'è, non se la piglie;
portate fiori nel massacro umano.                                      
Sono Cristini Egidio  tolfetano.


PER NON DIMENTICARE … 16 OTTOBRE 1943

poesia di Guirillo Camboni dedicata al suo amico Lupetto

Un tran tran di ferraglie
su un binario rovente
un lamento disumano di tanta gente
presi nel sonno con armi alla mano
spinti nei vagoni verso un triste destino lontano,
vecchi e innocenti
bambini morenti di stenti
in campi di gelo, torture inumane nei forni  roventi
ne acqua,  ne pane.
Intere famiglie si son tanto amate
bruciate
nei forni non son più tornate
in questo mondo invocate la pace
non conoscete i destini tutto tace:
si nutron di odio
in tutto è presente la gente
che muore nessuno sa niente
o’  giovani d’oggi cercate d’amare
tornate ai ricordi di un tempo più in la
non vi distraete dalla Shoah
amatevi tutti che Dio ci guida
la pace del mondo la pace è la vita
che a tutti appartiene
vissuta in amore
nel bene
col cuore.