Secondo il Martirologio Romano Santa Marina si
festeggia il
18 giugno dies natalis,
e il
17 luglio si celebra la traslazione delle sue reliquie da Costantinopoli a
Venezia.
I CEDRI DI DIO
O Monte
Libano, la tua gloria è stata esaltata;
O Monastero di Qannoubine, la tua gioia è aumentata
Perchè Santa Marina, l’orgoglio dei tuoi monaci
In questo monastero ha aumentato la tua fama.
O Monastero di Qannoubine, la tua gioia è aumentata
Perchè Santa Marina, l’orgoglio dei tuoi monaci
In questo monastero ha aumentato la tua fama.
Il mio racconto inizia
tanti anni fa quando mio padre Ettore, impiegato al Comune di Santa Marinella, in
occasione della festa del Santo Patrono chiese all’allora Sindaco: “ dottor Silvio
Caratelli perché Santa Marinella festeggia San Giuseppe invece di Santa Marina
? ” Il Sindaco – che era un uomo di grande fede e cultura - lo guardò
stupito, per alcuni istanti rimase perplesso, poi replicò: “ non ci avevo
mai pensato, ma ti farò sapere !”. In
realtà non fu facile neanche per il dott. Caratelli trovare una risposta. Solo
dopo diversi anni di ricerche egli riportò alla luce le vicende - tribolate - di
questa Santa Vergine, pubblicando un libretto insieme all’amico Rodolfo La Rosa,
con illustrazioni di Giolitti. Il libretto non esauriva la storia di Santa
Marina ma la scoperta di questa Santa lasciò nel cuore del dott. Caratelli una
traccia profonda, tanto da chiamare addirittura sua figlia Marina ed ogni volta
che parlava di Santa Marinella, iniziava sempre con la storia di questa Santa. Io
continuai le ricerche del dott. Caratelli trovando tante nuove notizie
straordinarie e completando lo studio con la realizzazione di un volume di 1000
pagine su Santa Marina. Mi recai a Venezia, a Costantinopoli, in Grecia, in Siria
ed in Egitto; fu qui che una sera, a Città del Cairo, in occasione di un
convivio, degli amici arabi, per mettermi a mio agio mi fecero sedere accanto
ad un Vescovo Copto, il quale mi raccontò che anche loro in Egitto veneravano
Santa Marina, ma essa era originaria del Libano: “ era la santa Patrona –
anzi Matrona – dei Cristiani Libanesi Maroniti “. Finalmente avevo trovato
la traccia giusta. Solo in occasione di questa Pasqua sono però riuscito ad
andare a Beirut e da qui lungo la costa, passando per Byblos e Tripoli, sul
Monte Libano, fino alla foresta innevata dei Cedri di Dio a oltre 2.400 metri di altezza,
per ammirare la Santa Valle Qadisha e il Monastero di Qannoubine con la Chiesa
e la Grotta dove Santa Marina fu sepolta, il cui corpo fu poi traslato a Cipro,
a Costantinopoli e oggi è a Venezia nella Chiesa di Santa Maria Formosa. Qadisha
in aramaico - la lingua parlata da Gesù - significa “santo”, e per i fedeli questa Valle è il più santo dei
luoghi. Essa accoglie monaci ed eremiti fin dall’alba del cristianesimo: sono
115 i monasteri, le chiese e gli eremitaggi ricavati nelle pareti di roccia
della vallata, spesso risalenti ai primi secoli del cristianesimo. Un viaggio
in autobus su strapiombi e rupi scoscese finché bisogna scendere e prendere un
pulmino e poi inizia la lunga e faticosa scalata a piedi fino al monastero.
Siamo i soli, pochi, unici visitatori e non tutti conoscono la storia di
Marina. La suora crede di non aver capito male quando io e il capogruppo le
chiediamo di acquistare 300 cartoline con le figure della Santa ed è qui che
riesco a comprare l’unico libro di Santa Marina pubblicato in Libano, anche se
scritto in arabo. Il Libano ha subito sconvolgimenti e guerre civili terribili e
ora con la pace, il passato è finito nell’oblio, ed anche Santa Marina. Nella
chiesetta che custodisce la grotta ci sono le icone della Santa ed un altare con
a fianco il Mausoleo coi resti di 15 su 24 Patriarchi maroniti, che per secoli
hanno voluto essere sepolti nel luogo della loro Santa Matrona. C’è tempo per
una breve preghiera, poi uno alla volta si esce. Resto io a fare qualche fotografia
mentre la guida dice a voce alta: “l’ultimo chiuda la porta!”. Così
tocca a me, ultimo pellegrino di Santa Marina chiudere la porticina della
grotta. La mia storia e il mio libro finiscono qui: addio papà Ettore, addio
caro Silvio, Santa Marina è con voi.
LIBANO - Valle Santa Qadisha - GROTTA e ALTARE di SANTA MARINA
LIBANO - Foresta dei Cedri Valle Santa Quadisha
LIBANO - Valle Santa Qadisha CHIESA DI SANTA MARINA
LIBANO - Valle Santa Qadisha MONASTERO DI SANTA MARINA
LIBANO - Valle Santa Qadisha INGESSO GROTTA DI SANTA MARINA
LIBANO - Valle Santa Qadisha CHIESA DI SANTA MARINA
LIBANO - Valle Santa Qadisha MONASTERO DI SANTA MARINA
LIBANO - Valle Santa Qadisha INGESSO GROTTA DI SANTA MARINA
Libano - Grotta di S.Marina dipinto di Saliba Doualthy
LA "LEGENDA" di SANTA MARINA
LA "LEGENDA" di SANTA MARINA
Livio Spinelli
Santa Marina è la santa che ha dato il nome alla città di Santa Marinella, e si
festeggia il 17 luglio. Il corpo di questa Santa che è Copatrona di Venezia insieme
a San Marco, si conserva in una urna di cristallo nella Chiesa di
S.Maria Formosa, adiacente piazza S.Marco. Ricordo che in un mio pellegrinaggio
a Venezia ebbi modo di ascoltare il racconto del Parroco: “Secondo il Martirologio Romano, Santa Marina si festeggia il 18 giugno,
e il 17 luglio si celebra la traslazione delle sue reliquie da Costantinopoli a
Venezia, avvenuta nel 1231. Le
notizie della sua vita sono chiamate ‘ legenda ‘ - non ‘leggenda’ nel
significato di narrazione favolosa - perché la Chiesa raccoglieva le gesta dei
santi che poi venivano trascritte per essere di esempio a tutti i cristiani, e
venivano lette durante la messa, specialmente in occasione delle feste dei
santi, perciò si chiamavano ‘ legende ‘, ‘ quia legenda erant ‘ – perché dovevano essere lette. L’altare di
questa Santa è meta di pellegrini provenienti da tutto il mondo, in particolare
dalle numerosissime località dell’Italia centro meridionale e della Grecia,
dove è ancora venerata, anche con sacre rappresentazioni in suo onore.” In un
successivo mio viaggio in Egitto
incontrai un Vescovo copto, il quale mi disse che essi veneravano questa santa
e però Marina è la santa protettrice dei cristiani maroniti del Libano, perciò
riporto una versione della sua vita secondo l’attuale Sinassario Maronita:
"Marina era nata a Qlamoun nel Nord
del Libano. Suo padre Eugenio era un pio uomo. Sua madre morì quando Marina era
molto piccola. Ciò indusse suo padre a rinunciare al mondo, per ritirarsi nel
Monastero di Qannoubine nella Valle Santa, accompagnato da sua figlia, che lui
vestì da maschio, e i monaci la
conobbero col nome di Marino. Marino si dedicò alla pratica delle virtù
monastiche con massima spiritualità e
precisione. Un giorno, mandato in missione per il Monastero in una città
vicina, fu costretto a trascorrere la notte a casa di un amico dei monaci che
sia chiamava Paphnotius, che aveva una
figlia incappata in adulterio e rimasta incinta. Quando suo padre la scoprì
s’infuriò e Sua figlia disse che era stato il Monaco Marino. Costui andò subito
al Monastero dal Superiore, che chiamò Marino e lo sgridò, però Marino non
disse nulla per discolparsi. Il
Superiore interpretò il silenzio di Marino come un’ammissione di colpa,
condannandolo a svestire l’abito e cacciandolo
dal Monastero. Quando la figlia partorì , il nonno portò il bambino al
Monastero e lo diede a Marino dicendo: prendi e alleva tuo figlio. Marino prese
il bambino e iniziò ad allevarlo con ciò che i monaci usavano dargli, latte di
capra e avanzi della loro tavola. Marino sopportava la vergogna di questa
odiosa accusa senza nessun lamento. Questa situazione durò quattro anni, poi il
Superiore mosso a compassione lo riammise al Monastero sotto severissime
condizioni. Marino perseverò nella sua opera ascetica fino all’ora della sua
morte quando i segni del suo volto brillavano di luce divina. Grande fu lo
stupore dei monaci
quando nel preparare il corpo per la sepoltura scoprirono che Marino era una
donna e non un uomo. Il Superiore e i monaci s’inginocchiarono davanti al corpo
immacolato, chiedendo perdono a Dio e all’anima della santa divina. Il padre
della figlia peccatrice si vergognò e fece le scuse davanti a tutti. La figlia
trascorse la sua vita pianendo e pentendosi
sulla tomba della santa.”
Foto 1 –
Venezia, chiesa di Santa Maria Formosa. Altare di Santa Marina, sotto la pala è
situata
l’urna di cristallo con il corpo
della Santa.
Foto 2 –
Santa Marinella – cappellina del Castello Odescalchi, quadro robiano con a
destra
LA NOSTRA PROTETTRICE ASSIEME A san ROCCO
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