“ … uscì dalla Basilica di Santa Sofia senza
voltarsi,
e scotendo la polvere dai suoi sandali se ne tornò a Roma“
Con lo storico abbraccio dopo 1000
anni tra Papa Francesco e il Patriarca di Mosca, il prof. Livio Spinelli - nel
volume “Musulmani e Cristiani dall’Ager Romanus
alla Metastoria” - illustra le
vicende che diedero origine allo strappo tra la Chiesa di Roma e le Chiese
d’Oriente, quando il Cardinale Umberto
de Moyenmoutier, Vescovo di
Silva Candida - oggi Diocesi Suburbicaria di Porto-S.Rufina – si recò a capo di
una Missione Pontificia a Costantinopoli per incontrare il Patriarca Michele Cerulario.
Nel
lontano 16 luglio del 1054 Umberto di Silva Candida entrò nella Basilica di
Santa Sofia – all’epoca la Chiesa più grande del mondo - durante una solenne
messa e, dopo aver protestato contro l’ostinazione del Patriarca,
dinanzi al clero e al popolo riuniti, depose sull’altare maggiore la bolla di scomunica contro Michele Cerulario ed i
suoi seguaci, poi uscito dalla Basilica senza voltarsi, scosse la
polvere dai suoi sandali, esclamando: “Veda Iddio e ci giudichi” per poi tornarsene a Roma.
Pochi
giorni dopo, il 24 luglio, il patriarca Cerulario lanciò a sua
volta la scomunica alla quale si unirono gli altri patriarchi d’Oriente: Greci,
Serbi, Bulgari, Russi e Rumeni.
Questo rottura fu in gran parte provocata da tragici malintesi, da difetti
umani e da cavilli giuridici. Innanzitutto Papa Leone IX, mentre Umberto
si stava recando a Costantinopoli, morì
e con ciò l’incarico conferito a Umberto di Silva Candida non aveva più valore,
inoltre ancora oggi non si sa con sicurezza se Umberto fosse stato autorizzato
a compiere passi tanto decisivi. Dal punto di vista formale la scomunica non
era rivolta contro la Chiesa ortodossa in quanto tale, e nemmeno contro il suo
capo, l’imperatore, ma solo contro Michele e i suoi aiutanti. Similmente, il Patriarca
Cerulario non scomunicò il papa o la Chiesa romana, ma solo i legati e i loro
sostenitori. Dal punto di vista giuridico-formale non furono posti atti che
consentano di parlare di uno scisma vero e proprio.
I
dissidi e l’allontanamento tra le due chiese risalivano a diverso tempo
addietro e alla radice c’erano la diversità della lingua, il celibato dei
preti, la diversità nella liturgia e soprattutto la questione del FILIOQUE(*). La scintilla ci fu quando l’intransigente
Patriarca di Costantinopoli Michele Cerulario si trovò faccia a faccia
col Cardinale Umberto cattolico senza compromessi. E mentre il Patriarca Cerulario
accusava i latini di eresia e di essere
mezzo giudei e mezzo pagani perché
nella comunione usavano pane azzimo, facendo chiudere le loro chiese a
Costantinopoli, Papa Leone IX per controbattere alle accuse scelse il cardinale
Umberto di Silva Candida, persona colta, teologo ma impulsivo e degno
avversario del Cerulario, dotato di un temperamento simile al suo. Nel suo “Dialogus”
Umberto respinse con genialità le accuse dei Greci. Meno felice fu invece nella parte aggressiva, che egli aggiunse
alla difesa: rimproverò alla Chiesa greca più di novanta eresie,
combatté come adulterio il matrimonio degli ecclesiastici, accusò i Greci di perché
avevano levato dal credo il “Filioque”, e li minacciò a più riprese con la
scomunica.
Tra gli storici il dibattito se si
possa parlare o no di vero scisma è ancora aperto. Fliche Augustin e Martin Victor, nella loro storia della Chiesa,
affermano che “La lieve lacerazione che già da tanti anni minacciava
l’unione della Chiesa greca e latina era diventata una voragine spalancata,
forse per sempre incolmabile” Nonostante le episodiche riconciliazioni le due Chiese:
d’Oriente e d’Occidente sono rimaste tuttavia separate fino allo storico
incontro di Cuba.
(*) La frase Filioque inserita nel Credo è la
seguente:
Testo originale del Simbolo niceno-costantinopolitano
in greco:
(GR)
« Καὶ εἰς τὸ Πνεῦμα τὸ Ἅγιον, τὸ
κύριον, τὸ ζωοποιόν, τὸ ἐκ τοῦ Πατρὸς ἐκπορευόμενον »
|
(IT)
« E [crediamo] nello Spirito Santo,
il Signore, il vivificatore, dal Padre procedente. »
|
Versione latina:
(LA)
« Et in Spiritum Sanctum, Dominum,
et vivificantem: qui ex Patre Filioque procedit »
|
(IT)
« E [credo] nello Spirito Santo,
Signore, e vivificatore, che dal Padre e dal Figlio procede. »
|
Con il Filioque, si dice che lo Spirito Santo
procede da ambedue il Padre e il Figlio. Il testo del Concilio del 381 dichiara
che lo Spirito procede dal Padre, senza aggiungere né "e dal Figlio"
né "solo".
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