S.MARINELLA, S.SEVERA e CIVITAVECCHIA:
ITINERARIO DELLA MEMORIA
da via Rasella a via Michele Di Veroli
di Livio Spinelli
Da una ricerca nell’Archivio
Storico del Senato - racconta il prof. Livio Spinelli - risulta che Rosario
Bentivegna frequentava fin da piccolo Santa Marinella e Santa Severa. Santa
Marinella era anche il luogo di vacanze prediletto da Michele di Veroli in anni
spensierati, ignaro del suo tragico futuro, come si legge in un libro di Silvio
Caratelli. Ricordo quando a S.Marinella venne una troupe della TV tedesca a
intervistare Silvio, che conosceva Michele e suo padre, tanto che da Sindaco il
primo atto che fece fu quello di intitolare una Via al povero Michele. Silvio era
stato uno di coloro che individuarono la grotta fatta saltare dai nazisti per
nascondere i corpi dei caduti alle ardeatine.
Si è da poco celebrata la Giornata
della Memoria, e siamo già al 23 marzo, a 74 anni dal tragico attentato dei Gap a via Rasella. Fu il
più sanguinoso e clamoroso attentato urbano antitedesco in tutta l'Europa
occidentale. L'azione compiuta da una dozzina di gappisti, tra cui Rosario
Bentivegna, consistette nella detonazione di un ordigno esplosivo al passaggio
di un reparto delle forze d'occupazione tedesche, composto da reclute
altoatesine, e il lancio di quattro bombe a mano sui superstiti, che causò la
morte di trentatré soldati altoatesini tedeschi due civili italiani, mentre
altre quattro persone caddero sotto il fuoco di reazione tedesco. Il 24 marzo,
senza nessun preavviso, seguì la rappresaglia tedesca con l'eccidio delle Fosse
Ardeatine, in cui furono uccisi 335 prigionieri completamente estranei
all'azione gappista. Rosario Bentivegna - come scrive Michela Ponzani - nel
1937, durante le vacanze a Santa Severa, se ne stava spesso a “chiacchierare di massimi sistemi” col
suo amico Luciano Vella, divenuto anni più tardi uno dei massimi dirigenti del
Partito comunista italiano e combattente dei Gap centrali. E’ in quell’estate a Santa Severa che la
fiducia di Rosario nel fascismo comincia a incrinarsi, tanto da finire qualche
anno dopo a ritrovarsi nelle file dei Gap.
Questo itinerario della memoria
prosegue con un poemetto di Egidio Cristini, “il poeta muratore”, tolfetano ma da sempre residente a S.Marinella,
intitolato “Il massacro dei 320” in
ricordo dei suoi amici caduti alle fosse ardeatine: Antonio Margioni e Alfredo
Chiricozzi di Civitavecchia. Egidio recitò questo pometto in TV durante una
trasmissione della RAI e Papa Pio XII lo invitò a Castel Gandolfo in udienza
privata per ascoltarlo. A questo itinerario si aggiunge anche il Santamarinellese
Guirillo Camboni, classe 1927, in ricordo del suo coetaneo e amico di infanzia
A.Calò (soprannominato Lupetto), uno dei pochi a far ritorno a Roma dai campi
di sterminio nazisti, con la sua poesia: “In
memoria degli amici perduti e a tutti quelli che abbiamo amati e non sono
tornati”.
A Santa Marinella c’è anche
un’altra strada di questo lungo itinerario: Via Salvo D’Acquisto
Il Carabiniere Medaglia d’oro che
salvò due cittadini di Santa Marinella
col sacrificio della propria vita,
arrestati a Torrimpietra per essere passati alle armi come rappresaglia
ad un “attentato”, in cui morì un soldato tedesco. In quella terribile
giornata, caso volle che a Torrimpietra un venditore e un commerciante di
Santa Marinella: Oreste Mannocci e Sergio Manzoni, diretti a Roma,
incapparono nel rastrellamento di civili e vennero condotti insieme agli altri
nel luogo dell’esecuzione dove iniziarono a scavare la possa prima di essere
passati per le armi. I due nomi infatti spiccano nell’elenco di quei 22 stilato
dal Comitato Salvo d’Acquisto.
Bibliografia
M.Ponzani Introduzione
ai fondi Bentivegna e Capponi Archivio del Senato
S.Caratelli Il
Gioco dell’Oca
L.Di
Giovanni Salvo D’Acquisto in Storia
irriverente di eroi, santi e tiranni
L.Spinelli
Il nostro concittadino Eugenio Pacelli
Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Eccidio_delle_Fosse_Ardeatine
Mausoleo delle Fosse Ardeatine
MICHELE DI VEROLI
di 15 anni
Sacello n.231
Religione EBRAICA
Professione
VENDITORE AMBULANTE
Arrestato e ucciso
insieme al padre Attilio
|
S.Marinella estate
1928, Rosario Bentivegna con la Mamma Valentina De Somma e la sorella
Graziella.
|
Egidio Cristini - IL MASSACRO
DEI 320
Padre celeste di
bontà d'amore,
dona forza a mia
musa, gran sovrano;
d'un fatto sento
lacerarmi il core,
e mentre scrivo mi
trema la mano,
Roma giardino di
rose e di fiore,
comandata da un
popolo estrano;
per dominar la
nostra capitale,
non spera bene chi
reca male.
Via Romagna, Tasso,
principale
il ventitrè marzo fu
la ricorrenza.
Di tempi molto
critici, o normale,
li tedeschi là
presero avvertenza;
misero le pattuglie,
ogni viale,
chi sia da vendicar
non ha pazienza;
chi bomba a mano chi
con rivoltella,
tedeschi morti per
la via Rasella.
La notizia per Roma
non fu bella.
Il Comando tedesco
fa li piani,
ogni vittima nostra
non cancella,
vale col prezzo di
dieci romani.
Presero già chi
stava nella cella,
sell'avventorno
peggio de li cani;
il carro novantanove
s'incammina,
chi è condannato per
la ghigliottina.
Il ventiquattro
marzo alla mattina,
A Regina Celi presso
le porte,
presero questa gente
poverina,
innocenti li portano
alla morte.
Neanche si fosse
carne selvaggina.
Vero Dio potente, in
te son forte.
Parte l'autocolonna,
si distese,
giunse all'imbocco
delle sette chiese.
Alle ore diciassette
sono scese
le esse esse, fecero
il confino.
Presso le grotte a
squadre sono presi:
fate il rifugio? A
quelli di Cassíno!
Qui fu la falsità,
vi fo palese;
gia stava pronto
quel boia assassino.
Certo chi ne fu il
mastro giustiziere
finché ci ha vita
non potrà godere.
|
La gente in vista,
dovete sapere,
raffiche di
mitraglia udire sente.
Dio dall'alto dei
cieli sta a vedere,
abbi pietà d'una
misera gente!
trecentoventi
restano a giacere,
la turtura fu data,
so innocente.
Poi mine nelle
grotte fé saltare,
per poter li morti
sotterrare.
Gran fumo nero si
vide scappare;
fu visto dai
fratelli Saltarelli,
pensorno il padre li
doveva stare,
fra le vittime,
dentro oscuri avellí.
I tedeschi via
videro andare.
Alle grotte ne vanno
poverelli;
era la notte, il
luogo silenzioso,
videro il fatto,
osceno, sanguinoso.
L'un con l'altro ne
parte pauroso,
vanno alla chiesa de
le Salesiani;
raccontano la strage
doloroso,
Don Ferdinando li
piegò li mani,
le benedisse,
l'eterno riposo,
piangendo, tedeschi
fa villani.
La brutta sorte
quando Roma intese,
di gran pianto
profondo il lutto prese.
Città del mondo,
qualunque paese,
prendete esempio di
tale sciagura.
Angelo Joppi che
innocente prese
ebbi giorni novanta
di turtura;
trenta giorni legato
a braccia tese,
fregiato in faccia
d'orrenda figura;
il sangue dalle
ferite che buttava
col da mangiare suo
si mescolava.
Interrogato Joppi non parlava,
un occhio li cavorno, poco vede,
e l'unghia dalle piedi li tirava,
ma sempre al buon Gesù teneva fede;
un martello pesante si pigliava,
l'infransero i ginocchi, delle piede;
quasi alla morte ne siamo vicini,
fatta fu nelle fosse Ardeatini.
|
Genserico Fontana,
cittadini,
era tenente di
carabiniere,
ventitrè anni di
bellezza fini
da patriota faceva
il dovere,
quattro con lui,
nella cella vicini;
cella trecentottanta
fo sapere.
Li fu l'agonia, poi
fu la morte;
non so se salva
restò la consorte.
O grande patriarca, apri le
porte,
donali il Paradiso,
son tue figlie
per amore di patria
sono morte,
infonde gran
coraggio alle famiglie.
Alle rime mie non
faccio torte,
se ho sbagliato
com'è, non se la piglie;
portate fiori nel
massacro umano.
Sono Cristini
Egidio tolfetano.
|
PER NON DIMENTICARE … 16
OTTOBRE 1943
poesia di Guirillo Camboni dedicata al
suo amico Lupetto
Un tran tran di ferraglie
su un binario rovente
un lamento disumano di tanta gente
presi nel sonno con armi alla mano
spinti nei vagoni verso un triste destino lontano,
vecchi e innocenti
bambini morenti di stenti
in campi di gelo, torture inumane nei forni roventi
ne acqua, ne pane.
Intere famiglie si son tanto amate
bruciate
nei forni non son più tornate
in questo mondo invocate la pace
non conoscete i destini tutto tace:
si nutron di odio
in tutto è presente la gente
che muore nessuno sa niente
o’ giovani d’oggi cercate
d’amare
tornate ai ricordi di un tempo più in la
non vi distraete dalla Shoah
amatevi tutti che Dio ci guida
la pace del mondo la pace è la vita
che a tutti appartiene
vissuta in amore
nel bene
col cuore.
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