mercoledì 21 giugno 2017

IL VESCOVO - TESTAMENTO SPIRITUALE



MONSIGNOR BONA
GIA' VESCOVO DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI PORTO-S.RUFINA
 TESTAMENTO SPIRITUALE

Il Vescovo di Porto


Dal primo Vescovo, il Martire Ippolito, una successione di oltre 178 pastori, prima di arrivare al nostro attuale Vescovo.
         Diciotto secoli di storia ininterrotta: storia di popoli e di comunità; storia di fede e di tradizioni consacrate nella biblica vocazione di teologia della terra. Quella della nostra Diocesi, appena raccolta in briciole, è storia incarnata nelle falde sanguigne di questa Campagna Romana ricoperta come da una coltre di intense memorie e tuttora soggetta al saccheggio.
         E' di pochi giorni l'incontro con un "ricercatore" che mostrava al dito un anello di antica fattura episcopale.
         Una terra che fu sempre aperta a tutti i progetti di avventura, dai dissacratori ai tiranni, dai profughi della paura agli apostoli della fede.
         Tutti attraversarono questo lembo di terra, apparentemente anonimo, prima di tentare la scalata alla CITTA’, ma ne furono inghiottiti.
         Gli Imperatori scomparvero, i Re si estinsero, Feudatari e Consoli sono una memoria, passarono di moda Podestà e Governatori, vannno e vengono i più moderni come le idee che non parlano.
         Ma il Vescovo resta come segno di contraddizione ad una storia civile che divora i suoi stessi protagonisti. Solo dopo mille anni sono stati riportati alla luce i resti della prima cattedrale di Porto e della sede originaria, sepolti dalle devastazioni saracene.
         Ma il Vescovo non cambiò nome, non mutò linguaggio, non svestì la tunica del primo martire.
         E' la radice che dà linfa al popolo credente: salutò, consacrò, benedisse nella grande casa ecclesiale che non ha bisogno di pietre per resistere al tempo.
         Ed oggi, il Vescovo, oltre che testimone di Fede che non si altera, è anche mediatore di "cambiamento sociale e spirituale" che non può arrendersi al passato.
         Prende le consegne dal Maestro che disse al giovane "di lasciare ad altri la sepoltura dei propri morti"; che assicurò alla giovane il perdono togliendo di mano ai giudici le pietre già pronte; che nella città dei leviti va a casa di Zaccheo il più odiato dal popolo.





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