LA GUERRA CIVILE IN SPAGNA RACCONTATA DA ARTIERI
Il 17 luglio 1936 partì la sollevazione militare contro la repubblica
La guerra
civile in Spagna non l’ho studiata a scuola ma l’ho imparata dal mio maestro
Giovanni Artieri testimone diretto di quegli eventi. Artieri inviato di
guerra collaborò con Angiolillo alla
fondazione del quotidiano IL TEMPO, e nei lunghi pomeriggi in cui mi invitava
nella sua villa, durante le pause di lavoro mi mostrava foto, articoli e
documenti eccezionali. Ho scritto un libro su Artieri e gli ho fatto intitolare
una via. Artieri si trovava in Spagna come inviato de LA STAMPA – su
indicazione del ministro degli Esteri Ciano, quel 17 luglio 1936 quando il
“generalissimo” Francisco Franco giunto segretamente dal Marocco sferrò il
cosiddetto “levantamiento”, contro le
milizie repubblicane. La spediziona
franchista godeva non solo dell’appoggio interno dei generali nazionalisti
(Goded, Mola, SanJurjo) e dei falangisti, ma anche dell’appoggio esterno delle
dittature nazifasciste di Portogallo, Italia e Germania: fu un vero e proprio
banco di prova dell’Asse Roma-Berlino (1936). Artieri sbarcato a Cadice si
trasferì a Salamanca ed assiste a quel sanguinoso conflitto che provocò
migliaia e migliaia di vittime soprattutto tra la popolazione civile. Ecco (Foto 1)
- colto dall’obiettivo di Artieri – un militare che si rifocilla in una
pausa dei combattimenti. Nella (Foto 2) una chiesa bombardata e distrutta dagli
aerei repubblicani; cadaveri nei campi durante l’offensiva di Guadalajara (Foto
3). L’assedio di Madrid da parte delle truppe di Franco dura ventotto mesi e
accredita nel mondo il motto “No passaran”.
Giovanni
Artieri deve seguire la guerra in Spagna non solo con l’inseparabile macchina
fotografica per conto del suo giornale,
ma deve montare anche numerose riprese cinematografiche per conto dell’Istituto
Luce (Foto 4). E’ un lavoratore di prima linea, sovente pericolosissimo, che
contribuisce a far crescere la sua fama di grande inviato speciale. Ecco (Foto 5)
un gruppo di miliziani durante l’avanzata verso Madrid del 1937. Artieri
trascorre numerosi giorni nella Città universitaria dove i franchisti e
repubblicani si contendono con le armi ogni metro quadrato. Viene coinvolto
negli scontri e scampa miracolosamente alla morte. Il fronte repubblicano
godette dell’appoggio dell’Unione sovietica e delle Brigate internazionali (un
corpo di volontari democratici e social-comunisti di varie nazioni). Altre
potenze come la Francia e la Gran Bretagna preferirono mantenere la politica
del non intervento che si tradusse in un vero fallimento dati gli ingenti aiuti
che Franco riceveva dall’Italia e soprattutto dalla Germania. L’offensiva
nazionalista ebbe infine la meglio quando Franco e i falangisti entrarono a Madrid
alla fine di marzo nel 1939. Il nuovo governo del caudillo venne
riconosciuto da diverse potenze tra le quali Francia, Inghilterra e Stati
Uniti. Il 1° aprile Franco proclamò la fine delle operazioni belliche e
instaurò un regime di stampo fascista, autoritario e militare.
A proposito
invece di quanto fu scritto che la Luftwaffe provò la potenza dei suoi cacciabombardieri
contro la popolazione civile, radendo al suolo la cittadina basca di Guernica
controlla dai repubblicani (aprile 1937), pare che le cose andarono
diversamente sia per il numero di vittime che non furono migliaia ma dell’ordine
di una decina, sia per il quadro Guernica di Picasso, che come ormai è ben
risaputo si trattava di un’opera dedicata dal Pittore a un suo amico torero
morto durante una corrida e poi riciclato con titolo di Guernica a Parigi in
occasione di una mostra patrocinata dallo stesso Stalin.
foto allegate
1) Militare
che si rifocilla
2) Chiesa
bombardata
3) Cadaveri
nei campi
4) Montaggio
video in Spagna per l’Istituto Luce
5) Miliziani
durante l’avanzata verso Madrid
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