A PROPOSITO DELLA RINUNCIA DI PAPA
BENEDETTO XVI
QUANDO CERVETERI NOMINAVA PAPI e
ANTIPAPI
L’ULTIMO
PAPA
Le vicende tribolate, ma – per ora - a lieto fine, delle dimissioni di
Papa Benedetto XVI, sono rose e fiori rispetto alle storie di altri Papi, vere
e documentate, che nei secoli passati ebbero come punto nevralgico Cerveteri, nel
cuore della Diocesi di Porto. Noi che viviamo quest’epoca storica saremo
osservatori privilegiati dell’avverarsi o meno di quella terribile profezia di
San Malachia, monaco benedettino irlandese, secondo il quale dopo Papa
Benedetto XVI ci sarà l’ultimo PAPA
« Durante l'ultima persecuzione della Santa
Romana Chiesa
siederà Pietro il romano,
che pascerà il gregge fra molte tribolazioni;
passate queste,
la città dai sette colli sarà distrutta ed
il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. Fine. »
PAPA FORMOSO, nominò Marino a Vescovo di Cerveteri per impedirgli di essere pontefice. Dopo la morte il cadavere di Papa Formoso fu riesumato, portato in tribunale, processato e condannato. |
Marino – Vescovo di Cerveteri divenne Sergio – Vescovo di Cerveteri divenne
Papa col nome di MARINO I Papa col
nome di SERGIO III
I FATTI
Oggi Cerveteri con
Ladispoli, Santa Marinella, Castel di Guido, Fiumicino ed altre località in
sponda destra del Tevere fanne parte della Diocesi di Porto-S.Rufina, ma per
molti secoli non fu così. Cerveteri fino all’anno 1000 fu Diocesi a se, con
propri illustri vescovi, tra i quali ben due furono eletti papa e determinarono
l’elezione di un antipapa. Le prime notizie della diocesi di Caere risalgono al
499: i vescovi avevano il Titolo di
Episcopus Cerensis a partire da Adeodatus, poi Pietro che partecipò al
concilio del 761, Romano che era vescovo nell’anno 826; Marino (872), Adriano (853); Crescenzio (869), Sergio (897), Anniso
(993); Stefano (998), e Benedetto (1029). Cerveteri fece sentire il suo peso
soprattutto tra il IX e l’ XI Secolo come dimostrano i diplomi di Ludovico Pio
dell’anno 817, di Ottone I del 962 e di Enrico II del 1014. Poi iniziò la
decadenza, tanto che nel XII sec. Caere non aveva più il suo vescovo, ma era
sottoposta al Vescovo di Porto. E’ in questo periodo che una parte della
popolazione si andò a stabilire sopra un colle tufaceo del suo territorio, che
prese il nome di Cere Novum ma questa è storia nota. Tornando a Marino vescovo
di Cerveteri: egli era nato a Gallese (Viterbo) fu nominato vescovo di Cere, e
svolse l'altissimo incarico di Tesoriere del papa e della Chiesa romana. Marino
svolse un ruolo di primo piano a Costantinopoli durante la disputa tra Papa
Giovanni VIII e il Patriarca di Costantinopoli Fozio, partecipando al concilio di
Costantinopoli nel 879 - che condannò il Patriarca Fozio e le sue dottrine
secessioniste. Quando a Roma il 15
Dicembre 882 Papa Giovanni VIII fu ucciso a seguito di una congiura, in cui
entravano anche alcuni suoi parenti, il vescovo di Cerveteri fu eletto papa col
nome di Marino I (16 dic. 882 – 15 mag. 884): ma nel Diritto Canonico, il
pontefice doveva avere radici romane, se non di nascita, quanto meno già
gerente di qualche chiesa all'interno delle mura, perciò il Patriarca di Costantinopoli
Fozio contestò l’elezione di Marino I. Nel frattempo Papa Marino I reintegrò il
suo amico Formoso nella carica di Vescovo di Porto e Ostia, dopo che era stato accusato
- di aver ambito all'arcivescovado di Bulgaria;
- di aver ambito allo scranno papale;
- di essersi opposto all'imperatore Carlo II (Carlo il Calvo);
- di aver abbandonato la sua diocesi senza il permesso del pontefice;
- di aver rovinato i conventi di Roma;
- di aver prestato servizio divino nonostante l'interdizione;
- di aver cospirato con uomini e donne indegne per la distruzione della sede papale.
Quando Formoso fu eletto Papa (6
ott. 891) allora nominò vescovo di Caere
- contro la propria volontà – Sergio, romano di nascita, della potente famiglia
dei conti di Tuscolo, fiero sostenitore della fazione
che si opponeva a Papa Formoso. Si diceva che fosse stato eletto Vescovo di
Caere da Papa Formoso affinché egli non potesse più diventare Papa. Morto
Formoso (4 apr. 896), Sergio si dimise da vescovo di Cerveteri per candidarsi
al soglio pontificio, ma al suo posto fu eletto papa Cristoforo, che i romani
detronizzarono, imprigionandolo, e invitando Sergio a prenderne il posto.
Sergio fu eletto Papa il 29 gen. 904, prima di lui dall’agosto 903 fu eletto
Papa Leone V, il cui pontificato si svolse nel periodo più buio della storia
papale, alla vigilia della cosiddetta “Pornocrazia
Romana”, ma dopo solo un mese fu
detronizzato con un colpo di stato e gettato in carcere dall’Antipapa
Cristoforo che regnò fino al 29 gen. 904 quando salì al Soglio Pontificio il vescovo di Cerveteri col nome di PAPA
SERGIO III, che come primo atto l’elezione datò il suo papato dal dicembre
897 e considerò suo predecessore solo Teodoro II, ritenendo tutti gli altri: Giovanni IX,
Benedetto IV, Leone V, Cristoforo,
usurpatori. Sergio fu anche noto per
aver riaffermato le decisioni prese contro Formoso nel "Sinodo del cadavere", dichiarò che le
ordinazioni conferite da Formoso non erano valide e richiese a tutti i Vescovi
ordinati da Formoso di essere ri-ordinati. Però, in quegli anni, i vescovi
coinvolti avevano ordinato a loro volta diversi altri ecclesiastici: questo
atto di Sergio provocò una confusione terribile tanto che si dice morì
avvelenato. A Roma, ieri come oggi, in tutti questi sconvolgimenti c’era la
mano del partito filo germanico, con i Papi che per ridurre alla ragione i
duchi italiani erano costretti a chiedere l’intervento degli imperatori
tedeschi.
Lo stato ecclesiastico, scrive Ferdinand Gregorovius, «cadde in preda a migliaia di mani rapaci e
persino il prestigio spirituale dei Papi non fu più che una vuota forma».
Fu dentro quella catastrofe che sotto Stefano VI nel gennaio dell’897 si compì «una delle azioni più infami nella storia del
papato». Lasciamolo raccontare a Gregorovius: «Il cadavere del Pontefice strappato al sepolcro in cui riposava già
da diversi mesi, fu abbigliato con i paramenti papali e messo a sedere su un
trono nella sala del Concilio. L' avvocato di papa Stefano si alzò in piedi e
rivolgendosi a quella mummia orrenda, al cui fianco se ne stava tutto tremante
un diacono che fungeva da difensore, le notificò i capi d' accusa. Allora il
papa vivente chiese al morto con furia dissennata: "Come hai potuto, per la tua folle ambizione, usurpare il seggio
apostolico, tu che pure eri già vescovo di Portus?" L' avvocato di
Formoso addusse qualcosa in sua difesa, sempre che l' orrore gli abbia permesso
di parlare; il cadavere fu riconosciuto colpevole e condannato. Il sinodo
sottoscrisse l' atto di deposizione, dannò il papa in eterno e decretò che
tutti coloro ai quali egli aveva conferito gli ordini sacerdotali, dovessero
essere ordinati di nuovo. I paramenti furono strappati di dosso alla mummia; le
tre dita della mano destra, con cui i Latini impartiscono la benedizione,
furono recise e con urla selvagge il cadavere fu trascinato via dalla sala,
attraverso le strade di Roma e gettato infine nel Tevere tra le grida di una
folla immensa». Era il febbraio dell' 897. Dio Padre Onnipotente, però,
dovette prenderla male. Al punto che di lì a poco la Basilica Lateranense, che
aveva ospitato il processo infame, crollò. Quanto ai protagonisti, fecero tutti
una brutta fine. Tutti meno il defunto Formoso. Il quale, miracolosamente
recuperato nelle spoglie mortali da un monaco («Mi apparve e disse: il mio
corpo è lì!») sulla sponda del Tevere venti chilometri a valle, venne l' anno
dopo restituito alla tomba da cui era stato tolto e riabilitato fin quasi alla
beatificazione.
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