lunedì 30 marzo 2015

INGRID BERGMAN - CENTENARIO / CENTENNIAL Roma (ITALY) MOSTRA / EXHIBITION Inaugurazione/ Opening Ceremony 8 APRILE 2015



COMUNICATO STAMPA
di
Livio Spinelli









INGRID BERGMAN - 100 ANNI DOPO

Mostra fotografica organizzata dalla Santa Marinella Viva e dal Nordic Film Fest – Roma Casa del Cinema – dall’8 aprile al 23 maggio 2015

In occasione del centenario della nascita dell’attrice Ingrid Bergman, nata a Stoccolma il 29 agosto 1915, l’associazione Culturale Santa Marinella Viva, in collaborazione con il Nordic Film Fest e il giornalista Rosario Tronnolone organizzerà una mostra fotografica presso la Casa del Cinema di Roma – l.go Marcello Mastroianni 1 (Villa Borghese) – dall’8 aprile al 23 maggio 2015.
 L'evento è Patrocinato da Roma Capitale, Regione Lazio, il Comune di Santa Marinella, Casa del Cinema, Progetto Cultura Zetema, Villa Borghese. 

Il programma di mercoledì 8 aprile prevede:

alle ore 11 Conferenza stampa nel teatro della Casa del Cinema

alle ore 15.30 Nel teatro della Casa del Cinema proiezione del Film Stromboli, con Ingrid Bergman per la regia di Roberto Rossellini, per gentile concessione dei diritti da parte della Casa del Cinema.

ore 17.00 Inaugurazione della Mostra,  con breve presentazione condotta da Paola Veneto - autrice www.ifioridelmale.it -  dove ci saranno alcuni interventi degli organizzatori e degli ospiti. A seguire breve performance dell'attore Alessandro Parise con una lettura sullo sguardo del regista Bergman sul cinema e su alcuni stralci de " il posto delle fragole" e "il settimo sigillo".

La mostra fotografica, con foto concesse dall’Istituto LUCE, comprenderà 2 sezioni:

-         Ingrid Bergman a S. Marinella, mostra curata dall’Associazione Culturale S.Marinella Viva – 30 immagini di Ingrid Bergman durante le estati degli anni ’50 presso Villa Bergman/Rossellini al km 58 della Via Aurelia di S.Marinella, una cittadina balneare del litorale nord di Roma, che raccontano una donna felice insieme ai suoi figli, ma anche insieme ad attori di lustro come Gregory Peck, Alberto Sordi, Rock Hudson, nelle quali l’attrice appare in tutta la sua semplicità e naturalezza.

-         I 62 volti di un’attrice, mostra a cura di Rosario Tronnolone – una galleria di ritratti dei 62 personaggi che Ingrid Bergman ha interpretato al cinema, in

teatro e in televisione, maschere rivelatrici dei tanti aspetti di una personalità
poliedrica e complessa.

La mostra sarà arricchita da alcuni dipinti dell’attrice della pittrice Ombretta Del Monte di Civitavecchia (RM) e da alcuni abiti ispiranti all’attrice realizzati da alcuni costumisti di S.Marinella: Anna Rotella, Teresa Venuto e Stefano Gagliano

Una mostra fotografica per ricordare Ingrid Bergman, un’attrice dalla carriera per molti versi unica nel panorama cinematografico del ventesimo secolo, tesa a confrontarsi con le poetiche più originali e dissonanti della sua epoca. Scoperta nella nativa Svezia da Gustaf Molander, si trasferì ben presto a Hollywood, dove lavorò con Curtiz, Cukor, Milestone e Fleming, e fu musa ispiratrice di Alfred Hitchcock. Restia a lasciarsi imprigionare nel cliché che Hollywood le aveva costruito addosso, la Bergman alternò ruoli di virgineo candore con altri di dolorosa abiezione, reiterando più sottilmente la cifra dell’estraneità: la nazionalità disparata dei suoi personaggi hollywoodiani serviva indubbiamente a giustificarne l’insolita pronuncia dell’inglese, ma sottolineava anche l’estraneità della donna all’ambiente circostante e la provvisorietà della sua presenza.
Se dunque l’incontro con Rossellini e il successivo Viaggio in Italia suscitarono tanto scalpore fu perché ci si era lasciati rassicurare dalla luminosa serenità dei suoi sorrisi e non si era stati capaci di leggere tra i fotogrammi dei finali dei suoi film più famosi (Intermezzo, Casablanca, Per chi suona la campana e Notorious) l’immagine reiterata di una donna in partenza, di una donna in fuga, in treno o in aereo, a cavallo o in automobile, tesa ad un inarrestabile ricominciare. Anche Rossellini la utilizza come testimone di una alterità, e sottolinea l’estraneità della profuga nell’isola vulcanica, della moglie del diplomatico nei caseggiati della periferia romana, della turista inglese nel meridione d’Italia, della voce recitante nell’opera musicale.
Il ritorno al cinema internazionale la vede impegnata con registi come Renoir, Donen, Lumet e Minnelli, fino all’ultimo film girato con il connazionale e omonimo Bergman, malinconica sonata a due voci, che si chiude con un monologo rivolto ai contorni sfumati del suo viso riflesso nel finestrino dell’ennesimo treno.
Questa mostra è il ritratto sfaccettato di un’attrice dal volto di eccezionale trasparenza emotiva, eppure mai completamente raggiungibile, il cui mistero si chiude intatto e indecifrabile proprio quando sembra aprirsi alla lettura più intima. Un omaggio doveroso ad un’attrice e ad una donna di immenso talento e di fascino incomparabile.
Si ringrazia il Banco del Credito Cooperativo di Santa Marinella, la Molinari di Civitavecchia e Montebovi,  quest'ultimi  offriranno rispettivamente un cocktail e un buffet coi propri prodotti a tutti gli ospiti.


 INGRID BERGMAN- 100 YEARS LATER


A photographic exhibition to commemorateIngrid Bergman. Her career was in many ways unique, because she always wanted to confront herself with the most original and even contrasting poetics of the cinema of her time. Discovered in Sweden by GustafMolander, she was soon called to Hollywood, where she worked with Curtiz, Cukor, Milestone and Fleming, and became the muse of Alfred Hitchcock. Unwilling to be cast as a cliché, Ingrid Bergman appeared in a vast range of roles, from virginal purity to painful abjection, but it was still possible to notice the repetition of some constant elements: first of all the nationality of her heroines, which justified her pronunciation of English, but at the same time showed her incongruity to the environment and was already a premonition of her departure.
So, if the encounter with Roberto Rossellini and her subsequent Journey to Italy created so much scandal, it was also because most people had been reassured by the radiance of her smile and had forgotten to read through the photograms of the final scenes of her most famous films (Intermezzo, Casablanca, For Whom the Bell Tolls, and Notorious) the repetitious image of a woman leaving, running away, by train or by car, by plane or riding a horse, always willing to begin again.
Going back to the international cinema after the Italian period, she worked with great authors such as Renoir, Donen, Lumet and Minnelli, until her last film, probably the most revealing, made with her conational and homonymous Ingmar Bergman, a melancholy sonata for two voices, whose final scene shows her leaving again on another train.
This exhibition is a multifaceted portrait of an actress of exceptional emotional transparency, though never completely understandable, whose mystery remains untouched even when it seems to open to the most intimate reading. A tribute to an actress and a woman of immense talent and incomparable charm.
 Rosario Tronnolone, curator of the program “Effetto Cinema” for Vatican Radio






INGRID BERGMAN
100 ANNI DOPO

 Una mostra fotografica per ricordare Ingrid Bergman, un’attrice dalla carriera per molti versi unica nel panorama cinematografico del ventesimo secolo, tesa a confrontarsi con le poetiche più originali e dissonanti della sua epoca. Scoperta nella nativa Svezia da GustafMolander, si trasferì ben presto a Hollywood, dove lavorò con Curtiz, Cukor, Milestone e Fleming, e fu musa ispiratrice di Alfred Hitchcock. Restia a lasciarsi imprigionare nel cliché che Hollywood le aveva costruito addosso, la Bergman alternò ruoli di virgineo candore con altri di dolorosa abiezione, reiterando più sottilmente la cifra dell’estraneità: la nazionalità disparata dei suoi personaggi hollywoodiani serviva indubbiamente a giustificarne l’insolita pronuncia dell’inglese, ma sottolineava anche l’estraneità della donna all’ambiente circostante e la provvisorietà della sua presenza.
Se dunque l’incontro con Rossellini e il successivo Viaggio in Italia suscitarono tanto scalpore fu perché ci si era lasciati rassicurare dalla luminosa serenità dei suoi sorrisi e non si era stati capaci di leggere tra i fotogrammi dei finali dei suoi film più famosi (Intermezzo, Casablanca, Per chi suona la campana e Notorious) l’immagine reiterata di una donna in partenza, di una donna in fuga, in treno o in aereo, a cavallo o in automobile, tesa ad un inarrestabile ricominciare. Anche Rossellini la utilizza come testimone di una alterità, e sottolinea l’estraneità della profuga nell’isola vulcanica, della moglie del diplomatico nei caseggiati della periferia romana, della turista inglese nel meridione d’Italia, della voce recitante nell’opera musicale.
Il ritorno al cinema internazionale la vede impegnata con registi come Renoir, Donen, Lumet e Minnelli, fino all’ultimo film girato con il connazionale e omonimo Bergman, malinconica sonata a due voci, che si chiude con un monologo rivolto ai contorni sfumati del suo viso riflesso nel finestrino dell’ennesimo treno.
         Questa mostra è il ritratto sfaccettatodi un’attrice dal volto di eccezionale trasparenza emotiva, eppure mai completamente raggiungibile, il cui mistero si chiude intatto e indecifrabile proprio quando sembra aprirsi alla lettura più intima. Un omaggio doveroso ad un’attrice e ad una donna di immenso talento e di fascino incomparabile.

Rosario Tronnolone
Curatore della rubrica “Effetto Cinema” della Radio Vaticana

mercoledì 11 marzo 2015

CIVITAVECCHIA (ROMA - ITALY) LA MOSCHEA: “ANNO 843 - I MUSSULMANI DISTRUGGONO CENTUMCELLAE: LEGGENDE E VERITA’ “







UNITRE - CIVITAVECCHIA - ore 17.00
via A.Frangipani 8 (traversa v.le Baccelli)

Prof. Livio Spinelli - QUANDO A CIVITAVECCHIA C’ERA LA MOSCHEA

“ANNO 843 - I MUSSULMANI DISTRUGGONO CENTUMCELLAE:
LEGGENDE E VERITA’
Mussulmani, Saraceni, Barbareschi, Agareni, Turchi: chi erano e da dove provenivano gli antenati di “BIN LADEN” ?

Il prof. Livio Spinelli terrà una lezione sulla distruzione di “ Centumcellae ad opera dei Mussulmani – Leggende e Verità ”  a UNITRE, in via A.Frangipani n.8 - venerdì 13 marzo alle ore 17.00. 

 
Una carrellata storica su un periodo poco noto di Civitavecchia quando ai tempi di Carlo Magno Centumcellae fu devastata, e lo stesso nome fu cancellato. Mussulmani, Saraceni, Barbareschi, Agareni, Turchi: chi erano e da dove provenivano gli antenati di “BIN LADEN” ? Chi erano coloro ai quali viene attribuita la distruzione di questa città ? Spuntano fuori documenti rari quali le mappe in lingua araba del porto di Civitavecchia,  e curiosità come  la figura del Cristo sulla porta in bronzo della Basilica di San Pietro dove sull’aureola una scritta in arabo recita: “Dite che Lui è bello nei nostri giorni, Lui è anche bello ai nostri occhi”. Inoltre la partenza della flotta pontificia da Civitavecchia per la battaglia di Lepanto. 
 
Nei documenti risulta che già prima del 1707: “Un apposito locale per la preghiera fu concesso agli schiavi mussulmani di Civitavecchia”,  e il console francese a Civitavecchia certificava che “li turchi schiavi delle galere pontificie son qui ben trattati: non v'ha paese in tutta la cristianità, e dirò anche in tutto il mondo, dove gli schiavi siano trattati meglio di qui, e dove vivano con maggior libertà.” Inoltre a Civitavecchia, i musulmani disponevano di un terreno come cimitero, probabilmente nella zona odierna detta Prato del Turco. Nelle cronache del tempo si leggono frequenti dei tentativi di fuga: un astuto progetto scoperto a Civitavecchia nel 1718, quando una dozzina di galeotti musulmani della flotta pontificia avrebbero dovuto sorprendere nel porto «un gozzo o simile altro piccolo bastimento»;  nel 1727, un altro gruppetto di schiavi riuscì a mettersi in fuga su una barca, mentre andava a caricar legna da Civitavecchia a Santa Marinella, ma fu raggiunto presso Anzio. Una rivolta, invece, delle tre galere pontificie ‘di scarto', di stanza a Civitavecchia, fallì infelicemente nell'agosto 1770.


Immagini:
1) Poppa di una delle Galee Pontificie partecipanti alla Battaglia di Lepanto conservata nella Chiesa della Morte di Civitavecchia;
2) quadro della Battaglia di Lepanto;
3)mappa di Piri Reis col porto di Civitavecchia e toponimi in Arabo